Anima scalza | Giovanni Nuti
David and Matthaus
Iniziare a scrivere un romanzo senza avere nessuna storia da raccontare perché ci sono motivi misteriosi e impalpabili da sondare, c’è una meta imprecisa che non deve avvilire perché conta il cammino e una soglia da attraversare, perché “magari, scrivendo, potevo oggettivare meglio, diradare una nebbia che mi scavava, come se dare forma alla confusione potesse essere terapeutico…”
Lucio e Michele sono due amici, condividono al di là delle incombenze quotidiane la passione per l’arte, la letteratura, la poesia. Un giorno Lucio riferisce all’amico di aver fatto un sogno: nel racconto onirico Michele è uno scrittore di successo, i volumi sono impilati in bella vista nel luogo della presentazione, una fila di ammiratori attende per la firma sulle copie fresche di stampa.
Da una rivelazione immaginaria e dal desiderio di oggettivare un sogno prorompe la verve creativa di Michele, che attinge segretamente ai racconti di Lucio, dalla loro reinterpretazione, e dà vita al suo inatteso romanzo.
Inizia un gioco di scrittura e vita vissuta che spinge ad abbandonarsi all’ipotesi selvaggia, quella di scoprire scrivendo, scansando la vergogna e attraversando il limite verso frammenti di vita abbandonati.
Nel sentiero sincopato di ANIMA SCALZA – dove a sorpresa ci si imbatte in citazioni, vibrazioni enigmistiche, poetiche e filosofiche – incontriamo una donna capace di illudere, di accarezzare il vento, Monica e una storia d’amore clandestino, lui di oltre vent’anni più vecchio, naturalmente più confuso, irrazionale.
Nella vicenda sentimentale personaggi e realtà si mescolano svelando ulteriori sorgenti emotive e letterarie, Michele imbrigliato dal suo stesso elaborato narrativo, da quel vento misterioso che sostiene l’incanto di una donna indecifrabile.
Il pulviscolo della casualità viaggia su rotte atemporali, plana su reperti casuali, gatti parlanti e oggetti da trovarobe, “impossibile evitare la nostra ombra” si ritrova a pensare Michele, mentre cerca di decodificare una “chimera dialettica”, un quaderno di versi e combinazioni numeriche trovato dall’amico Lucio su una bancarella di Roma.
Parole e cifre che creano imprevedibili assonanze, stimolano ipotesi sull’autore del manoscritto (folle od oracolo?) e intanto il romanzo – nato da una sfida e da un sogno – si distende, accoglie la parabola di un attore scapestrato, soggiogato dalle predizioni astrologiche, il ricordo di un padre e di un viaggio per ripercorrerne i passi di ventenne sconfitto, buttato dalla guerra in un paese lontano.
ANIMA SCALZA (David and Matthaus Edizioni) è un romanzo sorprendente, accoglie il flusso caotico e reperti biografici dell’autore, con naturalezza intreccia il vero, il verosimile, le bolle di sapone esplose negli incontri voluti o sopportati, cerca di “strappare via, dal muro del tempo, strati sovrammessi di manifesti incollati, con figure e testi che hanno come unico, inesorabile destino l’incompletezza, l’amputazione.”
Quello di Giovanni Nuti è un collage letterario che contempla l’eventualità di essere interpretato, che si adatta alle sensibilità dei lettori e che insegue il miraggio di storie dimenticate, storie mai scritte di anime scalze che attendono di essere raccontate.
Giovanni Nuti collabora su ZEST alla Rubrica Ipse Dixit – Sezione Aurea
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