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IL RUMORE DEI PASSI | Luca Ispani
‘roundmidnight edizioni 2019

di Emanuela Chiriacò

La paesologia è una disciplina difettosa, una scienza inesatta, che si fonda sull’empirismo di piccoli gesti: viaggiare di paese in paese, fermarsi e scendere dalla macchina, entrare nei bar (ultimo avamposto di aggregazione), parlare con le persone, interpellare il sindaco, descrivere case e negozi, copiare le insegne, le scritte sui muri, prendere appunti delle facce incontrate, delle piante, del tempo atmosferico. Così ritiene il poeta Franco Arminio, che si definisce paesologo. Arminio è un artista concettuale che comunica con il verbo poetico e sicuramente la silloge di Luca Ispani intitolata Il rumore dei passi (‘round midnight edizioni – collana Billie, dedicata alla voce dolce e graffiante di Lady Day), curata da Andrea Donaera, si iscrive nella corrente paesologica arminiana.

La provenienza geografica di Ispani è molto diversa da quella di Arminio per fisionomica ambientale e stratificazione culturale ma l’influenza del poeta irpino è chiara. Lo dimostra anche la poesia che Ispani gli dedica sul finire della raccolta:

A Franco Arminio

Ogni tuo verso è paese
è salvezza per i muri e per i vecchi
per le chiese e le panchine
per pettirossi e rondini
per i campi e i prati.
A te devo la poesia
quella degli umili
degli uomini semplici
ricchi d’onestà
e amore.

Ispani è dunque figlio dell’immaginario lirico e concettuale arminiano a cui deve la genuinità del gesto degli umili e semplici la cui ricchezza poggia sull’onestà e l’amore. A questa solida base si possono sommare le origini appenniniche modenesi del poeta, sovrastate dal Monte Cimone e composte da una rete di paesi medio grandi abitati da comunità che hanno saputo integrarsi in modo armonico con la natura, foriere di una tradizione montanara e contadina secolare.

Raccolta dei mirtilli (Appennino)
fa miele con i dolori
la vecchia al focolare
bocca blu
intreccia ricordi, giovinezza d’incanto.
La piazza è in penombra
la sera cade lieve sulle case
famelico ritorno
carico di gemme nere.

L’anziana coglie l’istante del bacio rubato
lassù sulla collina
dove aspro era il sapore della vita
dolce quello dell’amore.

Il mirtillo nella mano sottile
uno scrigno ritrovato
tesoro per l’anima
luce negli occhi.

Il mirtillo, il blu della bocca anziana che intreccia i ricordi, la saggezza della conoscenza e l’incanto della giovinezza svanita che nell’incavo della mano sottile, simile a uno scrigno, custodisce un tesoro per l’anima e dona luce agli occhi, come supporto alla funzione visiva. Attorno la vita del paese, la piazza che all’imbrunire si svuota di vita per trasferirsi nel chiuso delle case, del focolare e la collina che sovrasta lontana, protegge dal dolce amaro dell’esistenza.

In Ispani si percepisce l’assorbimento di tutto l’immaginario di cui si è nutrito e che ha determinato la sua identità umana e poetica

Io sono

Sono sete
Sono sudore
Sono sale
Sono ossa
Sono chi ha il corpo trafitto
da lame di parole
orgogliose e bisbetiche
funeste malinconiche.
Sono il cielo che guarda l’inferno
Il vuoto del bicchiere
il morto che celebra la danza del becchino sono
[l’inettitudine del volere e potere.
Non vedi i passi indietro
la congiura del passato
il precipizio
i piedi disfatti del viandante
l’esperienza costruita a botte e lacrime.
Torneranno a vedere gli occhi il pieno degli
[alberi estivi e le notti calde
con te abbarbicata al mio giaciglio di nuvole
la sera faremo autostop tra stelle e astronavi,
[l’assenza sarà meno grave.

La forza dell’amore che lo completa e una tensione personale dovuta all’età che gli fornisce una collocazione g-local con incursioni liriche che parlano di Africa (Namibia e Congo) e America (del Nord con Chris Cornell e Andrew Wood e del Sud con Frida Khalo); una breve diaspora con la volontà del ritorno che lo rende dottore in medicina paesologica il cui brocardo spinoziano pare essere Deus sive Natura (Dio cioè la natura):

Quando torni al tuo paese
fai il medico:

misura la pressione alla nostalgia
prova i riflessi ai muri e agli alberi
ascolta il battito della terra.

La poesia di Ispani, oltre a Arminio, si nutre anche di Gianni Celati e la sua smania del camminamento, la sua scrittura del silenzio appena increspato, dei paesaggi, del tempo che scorre, della banalità che delude e smorza le nostre aspettative di stati d’eccezione come da prefazione del Meridiano Mondadori a lui dedicato; di Rocco Scotellaro, il poeta della libertà contadina secondo la definizione di Carlo Levi, il poeta dei contadini nelle campagne di un Mezzogiorno dimenticato e periferico della Basilicata dei primi anni del Novecento, e di Alfonso Guida, del perdono della contingenza e dell’autorità del silenzio che lascia spazio alla nudità umana. Nel rapporto con l’età terza a me pare ci sia anche l’influenza di Leonardo Sinisgalli e del suo Pianto Antico

I vecchi hanno il pianto facile.
In pieno meriggio
in un nascondiglio della casa vuota
scoppiano in lacrime seduti.
Li coglie di sorpresa
una disperazione infinita.
Portano alle labbra uno spicchio
secco di pera, la polpa
di un fico cotto sulle tegole.
Anche un sorso d’acqua
può spegnere una crisi
e la visita di una lumachina.

In Ispani il pianto antico incontra quello contemporaneo; un gesto di ribellione all’ipocrisia del contingente, sintomo del malessere del vivere che spinge a rifuggire nella rassicurazione del passato, in attesa di un nuovo agostamento della vita.


Biografia dell’autore

Luca Ispani nasce a Modena il 19 maggio 1979. Ha 8 anni quando vince il primo premio presso un concorso giovanile in Veneto indetto da una radio locale. Vincitore e segnalato in numerosi premi nazionali e internazionali, studia da tempo da autodidatta diversi autori. I suoi preferiti sono Whitman, Ginsberg, Corso ed è affascinato dal movimento della beat generation e il suo legame con la musica jazz di cui è appassionato assieme al rock anni ’70 e ’90.
Negli ultimi vent’anni si è appassionato alla paesologia. Studia Celati, Arminio, Scoltellaro e si è appassionato da poco alla poesia di Alfonso Guida .
Inizia a fare letture poetiche nel 2004 per lo più in eventi di arte di strada dove si sente più a suo agio. Dal 2014 al 2015 ricopre il ruolo di vice-presidente presso l’associazione culturale “i poetineranti “. Collabora con il collettivo di poesia nazionale “Bibbia d’Asfalto” dal 2014 al 2016.
Da qualche mese segue il progetto “Grungeart” che è la creazione di un vero e proprio spettacolo basato su testi porformanti, musica e arte visiva riconducibili al movimento “grunge”dei primi anni ’90. Parecchi suoi testi sono stati tradotti negli Stati uniti ,in Messico e in Australia.


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La paesologia in versi nella raccolta di Luca Ispani

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