Luoghi per guarire | Samantha Walton
Ponte alle Grazie 2022 | traduzione di Alessando Petroni
Per gentile concessione della casa editrice vi proponiamo un ESTRATTO
Introduzione
Un antico rito
Parto alle sette del mattino. Il solstizio d’estate è appena trascorso, perciò il sole è già sorto da ore e splende alto nel cielo mentre spingo la bicicletta a mano fino alla strada. Di solito il caldo mi piace. Come tutte le persone che vivono in un clima insulare umido e instabile, al primo accenno di sole mi precipito fuori di casa. Ma ora siamo nel pieno di un’ondata di caldo lunga e persistente, l’estate più calda mai registrata nell’emisfero boreale, con un solo precedente analogo. Da sei settimane, durante il giorno le temperature superano i 30°C. I fiori appassiscono nei vasi sul davanzale. I vestiti si appiccicano alla pelle. I prati di Castle Park, il posto più gettonato per andare a bere qualcosa a Bristol, sono ridotti a distese di polvere.
Pedalo di buona lena lungo la rete di piste ciclabili che solcano la città come arterie da est a ovest, cercando di ignorare le piante avvizzite, i gas di scarico e il traffico dell’ora di punta che si riversa nelle strade per un’altra giornata lavorativa. I palazzi di uffici e i centri commerciali scivolano via, seguiti dalle zone industriali. Infine raggiungo i confini della città. Per quanto la campagna sia bruciata dal sole – un’altra vittima dell’ondata di caldo – sono ugualmente contenta. Sto lasciando il cemento e l’asfalto mettendomi alle spalle l’odore di benzina e di catrame bollente.
Dai confini della città impiegherò un’altra ora per raggiungere la mia destinazione. Stando alla mappa sul cellulare, l’itinerario passerà da fattorie e campi, costeggiando un fiume, per poi seguire una ferrovia serpeggiante che si inoltra nel Somerset settentrionale. Sono già fradicia di sudore, ma ormai non posso più tornare indietro. Fuggendo dalla città, sto compiendo il primo passo di un rito che è incredibilmente antico e assolutamente moderno al contempo. Inseguo la natura in cerca di salute.
Non ho disturbi particolari. Non in questo momento, almeno. Ma negli ultimi tempi ho notato un interesse diffuso nei confronti della terapia della natura. Le scuole fanno lezione all’aperto. Gli ospedali vengono dotati di giardini e spazi verdi in cui i pazienti possano rilassarsi. I servizi per la salute mentale ci consigliano di assumere la nostra «dose quotidiana di vitamina N», di trovare il modo di staccare la spina in foreste e riserve naturali. «Consulenti naturali» vendono escursioni nella natura alle aziende, assicurando che i dipendenti diventeranno più produttivi, creativi e resilienti. Nel piccolo arcipelago scozzese delle Shetland è ora possibile entrare in uno studio medico con sintomi di depressione, ansia o stress e uscirne con una «prescrizione naturale» con tanto di suggerimenti su come connettersi con il mondo vivente sulle coste sferzate dal vento delle Shetland.
Per quanto possa apparire una moda spuntata all’improvviso, l’idea che la natura abbia virtù curative non è certo una novità. Da molto tempo sentiamo storie di persone che trovano senso, conforto e ristoro negli ambienti naturali. Possiamo attribuire ai poeti romantici l’invenzione della natura benevola e salubre: un luogo di innocenza che ci insegna a essere buoni e in cui abbiamo la possibilità di entrare in contatto con la parte migliore di noi. Ma se guardiamo ancora più indietro, le nostre radici culturali più profonde, i miti e le leggende più antiche delle culture occidentali ci rivelano che la natura può essere terapeutica per la mente e per lo spirito. Gli antichi greci e romani avevano la loro poesia bucolica, racconti campagnoli e silvani che attiravano le persone fuori dalle mura cittadine promettendo un tipo di vita più puro, sensuale ed emozionante. L’ombra lunga del loro paradiso naturale, l’Arcadia, si staglia sulla letteratura e sull’arte. Non è semplicemente un altro Eden. La poesia bucolica è un luogo dorato in cui persone, animali, piante e terra, aria e acqua – le forze primordiali della medicina antica – coesistono in felice armonia.
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Samantha Walton insegna Letteratura moderna alla Bath Spa University, e i suoi studi si incentrano sul legame tra natura e salute mentale. In precedenza ha avuto una borsa di studio al prestigioso Rachel Carson Center di Monaco di Baviera. È anche poetessa e ha partecipato a trasmissioni della BBC e a diversi festival, fra cui il Green Man Festival, nel Parco nazionale di Brecon Beacons in Galles, e il Wilderness Festival a Cornbury Park, nell’Oxfordshire, per parlare delle sue ricerche. Vive a Bristol.
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