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Challenger | Guillem López
Eris edizioni 2017

di David Valentini

Non tutti gli accadimenti diventano Storia.

Perché l’attentato di Sarajevo all’arciduca Francesco Ferdinando è un fatto rilevante, mentre la morte di un contadino nello stesso momento non è mai stato riportato in alcuna pagina?

Ovviamente la risposta principale è che ci sono eventi che hanno modificato strutturalmente la società e la cultura e hanno avuto un impatto sul mondo, trasformando abitudini, modi di vivere e di pensare; e ci sono stati eventi che, per quanto magnifici o tragici, non hanno comportato questi cambiamenti.

Il 28 gennaio 1986 il Challenger esplode sopra Miami, Florida, e con esso scompaiono per sempre dall’orizzonte della Storia i sette componenti dell’equipaggio: questo è un fatto storico, forse più rilevante per un cittadino USA che per uno italiano, ma pur sempre un fatto storico resta. Nessuno potrebbe mettere in dubbio l’importanza di questo fatto senza essere ridicolizzato: persone sono morte, altre sono state arrestate, intere famiglie si sono spezzate e quel fatto è accaduto in diretta televisiva, davanti a milioni di persone. Per due anni gli americani hanno deciso di non riprendere i lanci spaziali, fino a quel 1988 che ha segnato un’epoca insieme al Discovery.

Che nello sgabuzzino di una scuola di Miami si nasconda un professore pedofilo, invece, non è un fatto storico; così come non lo è il fatto che un afroamericano di nome Trevor lasci decidere al caso del lancio di una monetina se presentarsi o meno a un colloquio che potrebbe cambiargli la vita.

Eppure López dedica al Challenger solo l’ultimo dei 73 racconti di cui è costituito il romanzo omonimo, e lo fa oltretutto modificando la realtà e attribuendo allo space shuttle un’alternativa alla linea temporale reale; gli altri 72 racconti sono dedicati a eventi irrilevanti per la Storia mondiale, ma evidentemente non irrilevanti per chi quelle storie le ha vissute. Chiudendo lo sguardo dal mondo intero alla sola città di Miami, López sceglie di focalizzarsi su accadimenti più o meno quotidiani per mostrare a noi lettori come ogni momento, in ogni parte del mondo, ricorrano eventi, vite si spengano, altre si accendano, altre ancora vengono fatte a pezzi. Quasi parafrasando la teoria dei sei gradi di separazione, l’autore narra di vicende che solo in apparenza sono slegate fra loro; ma allargando lo sguardo e ripercorrendo le linee tempo, con molta attenzione e altrettanta pazienza è possibile ritrovare i fili che legano le storie e le vite dei protagonisti di Challenger. Il quadro che ne esce è un’immensa immagine fatta di scene che sono a loro volta immagini costituite da scene più piccole: l’impressione che se ne ha è di essere davanti a un fotomosaico di vite quotidiane il quale, una volta che ci si allontana, ha come soggetto il Challenger e la sua triste storia.

Proprio l’importanza degli eventi e l’ancestrale dicotomia caso/Destino sono al centro dei temi toccati nel libro. A prescindere infatti dalle singole vicende narrate, è sempre qui che si ritorna: sulle cose importanti, e su come anche eventi insignificanti possono essere, almeno per una persona, punto di partenza per grandi cambiamenti. Che cosa è importante?, si chiedono i personaggi “casuali” di Challenger, strappati dalla propria quotidianità e costretti sotto i riflettori da un narratore che tutto vede ma che niente può fermare. Che cosa è importante? E chi controlla i destini degli uomini? Quanto conta una singola vita all’interno di un cosmo in continuo cambiamento? Cosa posso fare io, in questo momento e in questo luogo, per lasciare una traccia di me in questa grande immagine che è la Storia?

Tutto può essere parte o centro di una storia, sembra dirci López; tutto può parlare di qualcosa, tutto è vivo, tutto contribuisce con spostamenti millimetrici a trasformare questo nostro mondo. Siamo una tela composta di fili intrecciati: senza un filo la tela esisterebbe comunque e però sarebbe diversa, altra da come la conosciamo. Questo è forse l’insegnamento di questo romanzo costituito da 73 voci, 73 fili, 73 storie. così come tutto è vivo e “narrante”, così come tutto è filo e tela allo stesso momento, parimenti nessun genere è escluso dalle narrazioni dell’autore: dal racconto di formazione alla spy story, dal racconto rosa a quello giallo, per arrivare fino al fantascientifico e al soprannaturale, Challenger porta sulla scena del mondo tutto ciò che può esservi portato, come a dire che l’infinita diversità delle vite e delle storie può comunque essere tenuta insieme da un singolo evento che si svolge in un singolo luogo in un singolo arco temporale: l’esplosione della navetta spaziale Challenger sopra i cieli di Miami, Florida, in quel 28 gennaio 1986.

Leggi un estratto dal testo qui

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