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ANTOLOGIA DEL QUOTIDIANO
Spazio di narrazione dei lettori di ZEST

ELISIR

Racconto di Michela Pagni


Proteggimi. Fammi da padre. E da madre. Fratello. Figlio. Amante.

Le due bambine si sedettero sul letto e se lo dissero: giochiamo a fare gli innamorati.
Una di loro, quella più piccola e bionda, indossò il golf sformato di sua madre, se lo scostò dalla pancia, guardò l’altra e disse: Entra sotto anche tu, loro lo fanno. Che si dividono le cose.
L’altra entrò sotto il golf e provò a infilare le braccia dentro le stesse maniche, ma erano troppo strette e le lasciò giù. Poi disse: Adesso io dico le cose e tu dici Anch’io. Così: Ti penso sempre e tu Anch’io, Stanotte ti ho sognato e tu Anch’io, A me piace la mortadella e tu Anch’io.
– E se non è vero?
– Lo dici lo stesso.

Abbracciami. Coprimi. Denudami. Ricoprimi. Inondami.
La Bambina Numero Due aveva i capelli rossi. Sforbiciò le gambe fuori dal letto e disse: Poi…
– Litighiamo e dopo ci baciamo! – interruppe La Biondina.
– Quello all’ultimo, sennò finisce subito il gioco. Allora, poi dico Andiamo a cena fuori?
– Anch’io.
– No.
– Ma hai detto di dire così.
– Dopo. Ora dici che la cena me la prepari a casa. Con le tue mani.
– Aspetta.
– Cosa?
– L’uomo lo volevo fare io.
– Ma la donna è meglio.

Picchiami. Violentami. Schiaffeggiami. Dimmi che mi odi. Sputami addosso.
La Biondina strinse le labbra e uscì da sotto il golf.
– Che fai? – disse La Rossa.
– Non gioco più. L’altra volta volevo fare il lupo e mi è toccato Cappuccetto rosso, poi volevo La Bestia e mi è toccata La Bella.
– Occhei. Fai il maschio, allora.
La Biondina si mise i capelli dentro il colletto, gonfiò il petto e tornò dentro al golf.
– Allora, – continuò l’altra – ora toglimi i pelucchi dalla maglia.
La Biondina iniziò a togliere i pelucchi e poi fece finta di mangiarli.
– Che fai? – fece La Rossa.
– La scimmia innamorata. Si tolgono le pulci, l’ho visto nei documentari. Eppoi se le mangiano.
– Che schifo. Ma poi i grandi le pulci non ce l’hanno!
– Ma c’hanno i pidocchi!
– Ancora peggio.

Al piano di sopra una donna gridò, poi si sentì sbattere una porta e un cane iniziò ad abbaiare. La Biondina guardò il soffitto e disse: Allora facciamo sono il tuo amante segreto eppoi entra tuo marito e svieni.

– Ma se svengo non scappo e il marito mi picchia, e picchia anche te che mi aiuti. E finisce il gioco. E poi il marito chi lo fa?
La Biondina si guardò i piedi e disse: Le cose mie non vanno mai bene.

Dimmi che mi ami. Dimmelo una volta. Dimmelo due. Dimmelo cento volte. Gridamelo sul viso. Sussurramelo sul cuore.
La Rossa sollevò le gambe, si guardò i cuoricini sulle calze e cominciò a saltellarci sopra con le dita. – Occhei, inventa tu ora. Il marito lo facciamo quando viene Rachele.
La Biondina si frugò nelle narici e disse: Facciamo ci abbracciamo e ci diciamo Per sempre.
– Uhm.
– Questa è l’ultima, se non ti va bene non gioco più. Allora.
– Occhei.
– Eppoi ti dico Stronza perché quello ti ha dato un bacino sulla bocca. E prima ti aveva anche regalato il quaderno di Winnie Pooh.
– Va bene. E me lo strappi di mano. E io ti faccio Me l’ha regalato il mio papà. E tu ci credi – fece La Rossa.
La Biondina si rimise le dita nel naso. – Mica tanto – disse.
– Facciamo di sì.

Scrivimi tutti i giorni. Visualizzami. Rispondimi. Mandami le faccine che ridono. Videochiamami. La notte. Notte. Notte.
Poi, cancellami.
La Biondina chiuse la mano, se la portò all’orecchio e fece per tre volte Driin.
– Pronto – disse La Rossa.
– Sono io.
– Amore!
– Amore mio.
– Amore!
– Amore mio.

Le bambine scoppiarono a ridere.
– Smettila.
– Smettila prima tu.
– Amore! – disse La Rossa.
– Amore mio – continuò La biondina.

Risero di nuovo. Nella stanza di sopra si sentì cadere una sedia e un rumore di tacchi. Un cane abbaiò ancora, più forte di prima. Una voce di uomo gridò qualcosa che finiva con troia . La Biondina uscì da sotto il maglione. – Fa caldo se ridiamo – disse.

– Un po’. Ora facciamo che siamo al mare e mi spalmi la crema. – fece La Rossa.
– Ma tu sei il mio amante! Poi ci vedono tutti e fanno la spia – disse La Biondina.
– Pazienza.
– Come Pazienza?
– Prima o poi ci devono scoprire sennò che gusto c’è?

Idealizzami. Congelami. Illudimi. Dimmi che con me è diverso. Diverso. Diverso.
La Biondina disse Aspetta, si alzò dal letto ed entrò nel bagno. Arrivarono rumori di sportelli che si aprono e cose che cadono. Quando uscì aveva in mano due scatoline e un flaconcino con il contagocce.
– Questa ti piace.
La Rossa fece il gesto di prendere una scatolina.
– No, prima ascolta: questa è roba magica – disse La Biondina – per gli innamorati. Li fa diventare più buoni. E non litigano più. E sorridono sempre. E gli fa venire anche gli occhi un po’ assonnati che sono più belli. Eppoi quando gli dici della Nutella dicono sempre . Li fa diventare anche invisibili così nessuno li vede.
– Sai che noia.
– È una maga che ci ha dato questo superfiltro d’amore per diventare super innamorati. Prova.
La Rossa arricciò il naso. – Tu l’hai fatto?
– No, ma lo volevo fare. Devi scegliere una scatola. Oppure il flaconcino. Scegli.
– Uhm.

Dammi il tuo amore. Dammene tanto. Un’ora. Due. Tre. Una notte intera. Dammelo anche quando non ci sei. Dammelo anche quando non mi vuoi.
E se non puoi darmelo anestetizzami.
La Biondina andò in cucina e tornò con un bicchiere d’acqua.
– Scelto?
– Ma lo facciamo per davvero? – disse La Rossa fissando il bicchiere.
– Sì, – disse la Biondina – perché? –
La Rossa allungò la mano verso il flaconcino: Questo, disse. Questo qui.
La Biondina tirò su col naso, svitò il tappo, e versò tutto nel bicchiere.
– Forse ci farà male la pancia – disse La Rossa – Se ci fa male la pancia che facciamo?
La Biondina andò di nuovo in cucina e tornò con un cucchiaino. Si mise a sedere sul letto e girò il liquido nel bicchiere – Vomitiamo.
Poi nella stanza entrò un gatto rosso. Si stirò allungando le zampe davanti e dopo quelle dietro. Saltò sul letto e andò verso La Rossa. Miagolò.
– Vuole giocare anche Isidoro – disse La Rossa – Facciamo che l’elisir d’amore lo beve lui. E diventa un gatto magico. E il gatto magico se lo accarezzano gli innamorati li fa diventare ancora più innamorati.
– Hai tanta tanta paura – disse La Biondina.
La Rossa la fissò negli occhi e le si allargarono un po’ le narici.
– Dammelo – disse. E prese il bicchiere.


BIOGRAFIA

Mi chiamo Michela Pagni, classe ‘72 e abito in provincia di Pisa. Sono un’accanita lettrice, amo la psicologia, il teatro e la scrittura. Due miei racconti sono stati pubblicati per le riviste letterarie “Contempo” e “A few words” e alcune mie poesie in alcune raccolte. Ho frequentato laboratori di scrittura e drammaturgia. Credo che scrivere principalmente sia un modo per conoscere noi stessi e nello stesso tempo prenderne le distanze. Una cosa un po’ confusa, ma che a me suona così.

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I racconti dei lettori di ZEST: “Elisir” di Michela Pagni

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