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Un mondo immenso. Come i sensi degli animali rivelano i regni nascosti intorno a noi

by John Yunker / Guest book review by Gene Helfman.
in collaborazione con Ecolitbooks.com

traduzione dall’originale a cura di Jessica Rossato (Progetto FUSP / ZEST)



Detta in parole povere, leggere
Un Mondo Immenso cambierà la vostra percezione del mondo. Di certo ha alterato la mia. Dopo anni di esperienza nella ricerca e nell’insegnamento del comportamento degli animali, pensavo di avere una conoscenza piuttosto sofisticata del mondo naturale, ma organismi e ambienti che credevo di conoscere, o ai quali avevo rivolto un minimo di attenzione, sono ora nuove fonti di stupore e questo libro incredibile è intriso proprio di quel senso di meraviglia.

Ed Yong, un giornalista della rivista “The Atlantic”, ha vinto un Premio Pulitzer nel 2016 con I Contain Multitudes: The Microbes Within Us (Contengo moltitudini. I microbi dentro di noi). Nella sua bellissima ultima opera Un Mondo Immenso, Yong si sposta all’esterno e analizza le capacità sensoriali, o Umwelt, di una serie di organismi, dal “più semplice” al “più complesso”, anche se questi aggettivi risultano impropri, perché spesso alcuni animali che consideriamo semplici dimostrano poi di avere certe capacità sensoriali che non possiamo neppure immaginare. Proprio queste caratteristiche, messe a confronto con quelle degli umani, danno rilievo alla ricerca di Yong.

Sebbene disponiamo di udito, vista, olfatto, gusto e tatto per conoscere ciò che ci circonda, idonei ai nostri bisogni, altri organismi sono dotati di sensi di percezione che vanno “al di là della nostra capacità di comprensione” e che possiamo solo immaginare (nonostante l’impiego delle tecnologie più avanzate a nostra disposizione).

La ricerca di Yong è molto ampia e accurata. Come altri divulgatori scientifici di rilievo, si immerge in laboratori, case, siti di ricerca e vite di decine di ricercatori autori di scoperte sensazionali. Così facendo, Yong entra a far parte di un gruppo di giornalisti scientifici molto noti, come Carl Safina e Susan Orlean, dei quali ho già recensito i testi Becoming Wild (Animali Non Umani) e On Animals, in post precedenti di EcoLit.

Gli esempi di “come gli animali trasformino gli stimoli in informazioni” sono infiniti. Eccone qualche accenno:

Olfatto e Gusto. I cani (così come elefanti, falene, formiche, avvoltoi, berte, crotali, pesci gatto) usano l’olfatto come noi usiamo la vista. Negare a un cane la possibilità di annusare è come bendare qualcuno che sta facendo snorkeling su una barriera corallina. Se una porzione di suolo, intriso dell’urina di un elefante che si trova in fondo a una mandria, viene sposata poi lungo il percorso davanti al gruppo, i leader iniziano ad agitarsi, confusi da come un membro della famiglia “possa essere stato teletrasportato davanti”. Serpenti, falene, formiche, api, vespe, zanzare, pesci gatto e altri animali scoprono il mondo attraverso olfatto e gusto, grazie a recettori ultra sensibili disposti in ogni parte del loro corpo. Ecc.

Vista. “I colori” non sono altro che le lunghezze d’onda della luce che riusciamo a percepire con i nostri occhi, ma molti organismi riescono a vedere luci molto più deboli e di lunghezza molto inferiore (ultravioletto), grazie a un maggior numero di occhi (otto nel caso dei ragni saltatori, duecento nel caso delle capesante), sempre sparpagliati in tutto il corpo.


Alcuni serpenti hanno delle strutture simili ad occhi all’estremità della loro coda, i polpi le hanno lungo i tentacoli (ciascuno dotato di un cervello indipendente), alcune farfalle nei genitali. Gli uccelli vedono più colori di noi e molti animali vedono la luce polarizzata, mentre noi no. Vari insetti, uccelli, pipistrelli, roditori, pesci, renne, cani, maiali, ecc. riescono a captare i raggi ultravioletti. Noi umani, invece, riusciamo ad avere questa capacità eccezionale solo quando non funzioniamo bene, perché la luce UV viene filtrata dal nostro cristallino oculare (il pittore impressionista Claude Monet perse il suo cristallino sinistro all’età di 82 anni e iniziò a vedere le lunghezze UV, da allora aggiunse un color azzurro lattiginoso alle ninfee, che prima aveva colorato solo di bianco). Le Melanophile percepiscono i raggi infrarossi degli incendi delle foreste a grande distanza, venendo così guidati verso gli alberi morti, dove depositeranno le loro uova. Ecc.

Yong va avanti tra sensi e regno animale, ogni pagina è ricca di rivelazioni, come i dettagli relativi alle scoperte di queste capacità e il lavoro scientifico che c’è stato dietro. Alcuni animali riescono a sentire frequenze per noi inaudibili, altri percepiscono le vibrazioni delle superfici grazie a baffi e antenne, i pipistrelli e i delfini usano l’ecolocalizzazione. I sensori di tatto e pressione esistono in tutto il mondo animale, informazione che compone un capitolo eccellente sul relativo senso del dolore “indesiderato” e sulla sua esistenza, che dovrebbe essere affrontata come “una questione vitale dal punto di vista morale, legale ed economico” nella nostra interazione con altri organismi. In altri capitoli indaga la generazione e la percezione di campi elettrici (pesci, anfibi, ornitorinchi, alcuni delfini, ragni, api che sentono i campi elettrici intorno ai fiori) e la misteriosa capacità degli animali di percepire il campo geomagnetico della terra e di usarlo per orientarsi (= “magnetoricezione” usata da falene, balene, tartarughe marine, salmoni, squali e uccelli canori). Queste parti spesso terminano con dichiarazioni di stupore da parte di esperti che hanno sfiorato appena la superficie di tali fenomeni e che “non sappiamo come fanno”.

Ho avuto un certo disappunto verso la fine, quando, dopo aver letto più di 300 pagine molto dettagliate sulle vite sensoriali di animali davvero notevoli, non avevo ancora trovato un messaggio ambientalista da recepire. Ma Yong ha tenuto il meglio (o la parte più dolorosa) alla fine, quando mette insieme le storie di vari e apparentemente disparati casi per spiegare come le attività antropogeniche stiano alterando le vite di così tanti esseri non umani, attraverso l’inquinamento sensoriale. “Abbiamo riempito la notte di luce, il silenzio di rumore, il terreno e l’acqua di molecole sconosciute”. Quasi sette milioni di uccelli migratori muoiono ogni anno negli Stati Uniti e in Canada per essere andati a sbattere nelle torri di trasmissione, poiché disorientati durante il volo dalle luci rosse. I piccoli di tartaruga in Florida, pronti per raggiungere l’orizzonte splendente dell’oceano, muoiono a migliaia attraversando strade e parcheggi illuminati, impianti sportivi e falò abbandonati sulla spiaggia. I rumori urbani e industriali cambiano il ritmo del canto degli uccelli, riducono la complessità delle loro melodie e impediscono ad alcuni di loro di trovare una compagna. I rumori della strada fanno sì che luoghi normalmente ospitali diventino invivibili, facendo spostare gli animali dai loro habitat ideali. Il rumore proveniente dalle navi in movimento causa l’interruzione del canto delle megattere, porta un forte stress alle balene franche e fa sì che orche e granchi smettano di cercare cibo. Il DMS (dimetil solfuro), una sostanza chimica naturale presente nelle alghe e che attira gli uccelli marini verso il cibo, è anche un componente della plastica, richiamando quindi gli uccelli verso i quintali di plastica non degradabile ammassata negli oceani. Ecc.

Yong mette in evidenza gli sforzi necessaria a ridurre ed eliminare le tante fonti di inquinamento sensoriale, ma ancora troppe persone “accettano l’anormale come normale”. Nonostante possiamo solo immaginare in che modo gli altri organismi vedano, gustano, annusino, tocchino, sentano e quindi percepiscano il mondo, abbiamo la responsabilità, in quanto esseri auto-dichiarati intelligenti, di mantenere il pianeta ospitale per i meravigliosi organismi con cui lo condividiamo.

Gene Helfman, Dott.Ric., è un comportamentista animale diventato biologo della conservazione. Il suo romanzo del 2021, Beyond the Human Realm, riguardante l’amore, la perdita e il soccorso tra le orche, ha vinto due riconoscimenti nazionali per la narrativa animale. La sua opera più recente, Fins, A Novel of Relentless Satire, è una parodia umoristica riguardo il genere horror incentrato sugli squali, a favore di questi ultimi. La sua uscita è prevista per l’estate 2023.

An Immense World: How Animal Senses Reveal the Hidden Realms Around Us

Di Ed Yong
Random House

John Yunker Autore dei romanzi The Tourist Trail e Where Oceans Hide Their Dead. Co-fondatore di Ashland Creek Press ed editore di Writing for Animals (divenuto anche un corso di scrittura).

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