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RICORDARE I LIBRI:
La mia lotta con Dio ossia Il libro dei Sette Sigilli, David Lazzaretti

di Andrea Zandomeneghi

Nel 1877 vide la luce in una piccola stamperia di Arcidosso la prima edizione de La mia lotta con Dio ossia Il libro dei Sette Sigilli, David Lazzaretti.

Fonte http://digilander.libero.it/universotuttoamore/

Fonte http://digilander.libero.it/universotuttoamore/

L’ultima edizione di quest’opera mistico-apocalittica con uno spiccato carattere escatologico è attestata nel novembre del 1955, Roma, Sede Giurisdavidica, proprietà letteraria della Milizia Crocifera dello Spirito Santo, ed è consultabile gratuitamente qui.

Va considerato – dal punto di vista della storia editoriale – che tanto il Lazzaretti quanto la sua opera furono «scomunicati dal Sant’Offizio» (Interrogatorio del Sant’Offizio, marzo 1878, in David Lazzaretti davanti al Sant’Offizio, Lucio Niccolai, Edizioni Effigi, 2007) ovvero più precisamente il Sant’Uffizio lo condannò come eretico, lo scomunicò e mise all’Indice i suoi scritti.

Mentre in tal modo io pregava, fui rapito in spirito e vidi cose grandi e sorprendenti, che per 33 giorni continui ebbi sempre presente questa visione negli occhi, nella mente e nel cuore. Vidi dalla parte di Oriente, sulla cima di un altissimo monte, una grossa nube tutta scintillante di vivo fuoco, che pareva incendiar volesse tutta la terra, la quale tremava tutta fremente. In mezzo a questa infuocata nube vidi la faccia luminosa e risplendente di Dio, sopra un trono triangolare e piramidale, e da qui si dipartiva una pioggia d’infuocati folgori che si dilatavano striscianti per l’aere e cadevano per tutta la faccia della terra.

La base del trono di Dio era sorretta da tre grosse colonne di fuoco; e avanti alla faccia di Dio stavano 12 Angeli spartiti tre per tre rivolti colla faccia alle quattro parti estreme della terra” [I, 3-6]

Ricordiamo l’opera di Lazzaretti, oggi, perché l’oblio da troppo tempo la sta fagocitando impunemente, quando invece presenta – in un coacervo magmatico e altamente suggestivo – una vastissima gamma di tematiche di primario interesse. «Profeta dell’Amiata» o «Messia dell’Amiata» era chiamato questo grande visionario, mistico ed eresiarca, fondatore della Chiesa giurisdavidica; che scrisse e operò in Toscana, Lazio, Umbria, Francia e Inghilterra a metà ottocento, nel subbuglio effervescente e repressivo dell’Unità e della piemontizzazione del Regno, perseguitato del neonato Stato Italiano (non si contano i periodi di carcerazione cautelare a causa della sua predicazione millenaristico-utopistica egalitaria e social-solidale, secondo alcuni autori – tanto coevi quanto novecenteschi – addirittura «rivoluzionaria e marxista» perché prevedeva la soppressione della proprietà privata: circa ottanta famiglie di seguaci vissero mettendo in comune i propri beni – Lazzaretti dichiarò sempre invece che la sua predicazione aveva solo carattere spirituale e dallo Spirito e da Dio era guidata, egli essendone solo strumento), sovvenzionato dall’allora fiorente massoneria francese e inglese, prima amato poi condannato dal Papato, oggetto di approfondito studio da parte di autori del calibro di Gramsci, Hobsbawm (fondamentale il suo: I ribelli. Forme primitive di rivolta sociale (1959), Torino, Einaudi, 1966) e Donnini, ma anche – dopo averne riesumato il cadavere sepolto in terra sconsacrata a Santa Fiora per i rilievi antropometrici: misurazione e mappatura della morfologia cranica a scopi di analisi criminologica – da figure più oscure ed eccentriche: Cesare Lombroso su tutti.

Dentro l’infuocata nube fra mezzo alle tre colonne di fuoco vidi, come morto, un enorme gigante colpito da una pioggia d’infuocati folgori, che cadevano dalla faccia e trono di Dio e dalle spade dei 7 Angeli suddetti.
Il gigante era sì grande in modo che col capo e colle gambe arrivava dall’uno all’altro polo della terra, e colle braccia, che teneva stese, toccava da levante a ponente le due parti estreme del globo.
Vidi che accanto all’enorme gigante giacevano estinti altri 7 grandi giganteschi animali, diversi uno dall’altro, colpiti parimente questi, dai fulmini nei modi suddetti.” [I, 14-16]

Lazzaretti si proclamò «Cristo Duce e Giudice» (come ordinatogli da San Pietro, dalla Vergine Maria e dal Signore, che più volte gli apparvero in stato di veglia e gli dettero istruzioni) in La mia lotta con Dio ossia Il libro dei Sette Sigilli e fu fucilato infine il 17 agosto 1878 durante una processione da lui guidata che discendeva dal Monte Labbro (trasfigurato nel «magnifico, forte e maestoso monte», «Città della nuova beata Sionne e Turrisdavidica, il Santuario dei santuari, la Rocca Santa di Dio, la Città Celeste», dove sarebbe sorta la prima fra le sette «città eternali» destinate a realizzare il «Regno messianico, PiamiatangelicA, ossia Città del Sole» – La mia lotta con Dio ossia Il libro dei Sette Sigilli) verso Arcidosso da una pattuglia di carabinieri (tre morti e quaranta feriti tra i giurisdavidici, che furono poi in blocco processati a Siena – taluni persero la vita tra gli stenti durante la carcerazione preventiva – per «attentato contro la sicurezza interna dello Stato, per aver commessi atti esecutivi diretti a rovesciare il Governo ed a mutarne la forma, nonché a muovere la guerra civile ed a portare la devastazione ed il saccheggio in un Comune dello Stato»: tutti assolti un anno dopo).

Successivamente la primitiva comunità giurisdavidica si disperse tra le frazioni delle Macchie, dove aveva anche costruito due scuole, e della Zancona (vi permane tutt’oggi), dove è conservato l’archivio dei seguaci. L’ultimo sacerdote giurisdavidico, Turpino Chiappini, è deceduto nel 2002.

Ah! troppo bene comprendo, Signor mio, che il Vostro sdegno è addivenuto intollerabile sulle nostre empietà senza numero. Deh! vogliate nella Vostra somma bontà additarmi i mezzi per evitarlo, se sia possibile.
A questa mia esclamazione sembravami di esser trasportato alle falde del monte, dove io vedeva l’infuocata nube fra mezzo ad una catena di alti dirupati monti.
Quindi udiva la tremenda voce di Dio che mi parlava in tuono così terribile fra il fremente tremor delle montagne, delle valli e delle rocce, che sul suolo quasi, come morto caddi come colpito da un fulmine e questo udii.” [I, 34-35]

La mia lotta con Dio ossia Il libro dei Sette Sigilli è certamente il più escatologico e apocalittico dei testi di Lazzaretti, vi troneggia la visione di PiamiatangelicA (vedi supra): «basata in grande e colossale edifizio», «la prodigiosa e meravigliosa piramide», «il più sacro e misterioso monumento della terra», «depositario del segno vivo di Dio e di altre preziose reliquie in una settima parte dei Martiri delle Milizie Crocifere». L’arca della Nuova Alleanza, «nella quale si dove salvare la famiglia eletta da Dio dalla inondazione di un secondo diluvio di fuoco e di sangue», dove sono «racchiusi tutti i tesori della terra» e «tutte le leggi sante della vera giustizia».

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La mia lotta con Dio ossia Il libro dei Sette Sigilli | David Lazzaretti

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