Neroluna,
raccolta poetica di Bianca Battilocchi
(ZEST Edizioni sostenibili 2024)
una lettura sperimentale di Ilaria Boffa

Esplorare la poesia di Bianca Battilocchi in Neroluna implica prepararsi a e fare esperienza di ciò che si potrebbe nominare ilmisteromagicodellignoto. Tre elementi, tre domande: e se? ci credi? quindi? Una spinta forte verso un pensiero alternativo e possibilista sostenuto da gioia pura e radicale curiosità per la discontinuità, sia questa lessicale, cognitiva o di coinvolgimento emotivo.
Nel misteromagicodellignoto sta la nostra relazione con il mondo, specie con quello naturale. I versi di Bianca ci connettono agli altri esseri viventi e non viventi quasi con salto quantico, ci spogliano e rivestono con prefisso, cantando a filastrocca: de-familiarizza, de-antropizza, destruttura, disimpara, decentralizza, de-colonializza-ti. Sembrano infilarci nelle tasche bigliettini in carta riciclata con sopra scritto: e guardare un po’oltre? magari sentire nel profondo? vi siete accorti che …? ma umani cosa? e NoiNatura?
In Autobiography of Red, Anne Carson scrive:
To deny the existence of red is to deny the existence of mistery. The soul which does so will one day go mad/ Negare l’esistenza del rosso significa negare l’esistenza del mistero. L’anima che lo fa, un giorno impazzirà.
Sperimentare alla ricerca del mistero perduto, questo è il viaggio di Neroluna. Il mistero di una umanità che non sa più perdersi nel nonnoto e nontuttopredefinito, e per questo non sa nemmeno cosa e chi ritrovare.
Non vi è forse magia nel mistero del sapere di non sapere? Nella capacità di de-contestualizzarsi e frammentarsi per ricomporsi con approccio sperimentale del tentativo-errore attorno a qualcosa di cui non immaginiamo il presente?
Perciò nella sperimentazione e con sperimentazione ho inteso raccontare questa esperienza di lettura, dislocandomi spazio-temporalmente come nelle migliori avventure.
E anche voi, indossate il prefisso.
3,2,1, …
E così mi sono sentita come a rincorrere, trascinataspinta da verbi portanti, animacorda legata a parolecoppia e personificazioni. Come per necessità ho trovato Poesiatrovata e ho chiesto guidami, mostrati. E lei
passeranno dalla Foresta Fuori alla Foresta Dentro
inforestarsi di nuovo
andare farsi pigna
vengo in pace e voi?
vaghi inquieta ritorna nel biancomorte
trovare rifugio e la curiosità di attendere
lasciala andare ritornerà
con pelle di fiorilegio
ecco loro ora parlano col becco
di giorno r-allenta svita e di notte riavvita
se ti chiedessi di tagliarmi in due parti
per essere di qua e di là
il mormorio delle acque gonfie dice
SEGUIMI
osserva l’Albero nell’Alluvione
lei distesa d’acqua lui che fuoriesce da lei
e ripeti di camminare a piedi nudi sul terreno
inglomerarsi
cosa significa un GRANDE ALBERO ondoso
che interrompe la serialità del tempo
camminare tra le crepe delle case abbandonate
a ripercorrere ogni stagione e mutazione
scomparire sempre più
nel fumo fantasma
seminava ovunque potesse
era come tornare
coltivava le orme
cullare cullare cullare cullare cullare
resiste cura cicatrici evoca il nucleo
una sopravvivenza che scavalca il tempo
immagazzinare acqua fare provviste d’acqua
è possibile evitare le secche
di che abito lo vestirà il futuro nel suo presente in divenire?
fare provviste d’acqua per non disidratarsi
bisognerebbe strizzare tutta l’umidità dell’estate
provare a non perdersi
la Terra stava tremando
il movimento si propaga
su tutto il corpo
ci si ripete continua a camminare
mescolare tutto
sulla riva
la bambola abbandonata ed erosa dal mare
tutto mescola
sarebbe bastato un temporale per metterle in moto
sarebbero passate attraverso
storie sussurrate
di giunchi intrecciati sulle porte
cresce nel buio
proteggere è crescita del nido
proteggere è gestazione
lasciare ampliare
non vi stancate mai di tirare
forse sanno che qualcosa va fatto
come rito isterico dell’esistere
apri
A.N.N.U.N.C.I.A.R.E. l’arrivo
ascoltarsi dire ascoltare
articolare lo spazio
sentirne il riverbero
scavare dissotterrare smuovere
nominare per disegnare una soglia
formare un’anima
inciampa il piede interrompe la linea
l’onda tornerà presto a lavare
O Neroluna lo so che vuoi che l’iochelegge si perda e ritrovi la strada la sua strada.
O Neroluna lo so che vuoi che il mondonatura ci urli dentro da dentro perché siamo mondonatura.
E come bambole erose dal mare, api che il temporale mette in moto, alberi che fuoriescono da alluvioni, case distrutte, anche noi o Neroluna possiamo passare attraverso, evitare le secche. Fare provviste d’acqua.
E le domande non sono mai abbastanza che il guardare profondo acceca il sole.
O Neroluna ho cambiato il mio nome per rinominarericominciare il viaggio e perché tu mi possa cercaretrovare.
O Neroluna chiamamivengoinpace.
E voi?
