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Rubrica:

Orientamento al mercato e modelli di marketing, implicazioni etiche e umanistiche

Rubrica a cura del Prof. Giorgio Gandellini (Founder, CEO & MD, Nestplan International Llc  LinkedIn https://www.linkedin.com/in/giorgiogandellini/), dedicata all’esplorazione dei modelli di marketing con uno sguardo attento alle loro implicazioni etiche e umanistiche.


#10:Marketing nei settori ad alta responsabilità: una questione (a maggior ragione) etica

In molti settori – sanità, servizi pubblici, welfare, educazione, cooperazione – parlare di marketing fa ancora alzare qualche sopracciglio.

C’è chi lo considera inappropriato, chi lo vede come sinonimo di manipolazione, chi lo riduce a un abito comunicativo di facciata.

Eppure, proprio in questi ambiti il marketing può fare la differenza, purché sia guidato da un’etica profonda e da una visione realmente orientata al valore umano.

Nella Prassi di Riferimento sull’Orientamento al Mercato delle Organizzazioni” che, insieme ai miei colleghi e ad altri esperti, ho promosso e sviluppato per conto di UNI e dell’Associazione Italiana Sviluppo Marketing, pubblicata nell’ottobre 2022 e scaricabile gratuitamente dal sito di UNI, non avevamo trattato questi contesti in modo specifico, ma gran parte dei principi che avevamo evidenziato è sicuramente a essi applicabile, all’interno di un quadro complessivo ispirato all’etica e alla deontologia.

Un marketing “al servizio del servizio”

Nel settore pubblico, sanitario e sociale, il marketing presenta peraltro alcune peculiarità:

  • non può (e non deve) mirare al profitto,
  • non ha come fine l’incremento delle vendite,
  • ma può migliorare radicalmente la qualità dell’interazione con l’utente, l’accesso ai servizi, la comunicazione delle scelte.

Qui il marketing non è vendita, ma orientamento. Non è competizione, ma chiarezza. Non è persuasione, ma facilitazione.

E a questo proposito, lasciatemi riesumare, come sempre valida anche alla luce del tema di oggi, la definizione di marketing che, insieme ai miei colleghi, avevo dato “fin da piccolo”: valuable customer satisfaction.

Pazienti, cittadini, utenti… persone

Una casa di cura, un’ASL, un ente locale, una cooperativa sociale… operano con persone che spesso:

  • vivono momenti delicati,
  • hanno difficoltà a comprendere i processi,
  • si sentono impotenti o non ascoltate.

In questi contesti, un approccio al marketing in gran parte centrato sull’efficienza sarebbe pericoloso, perché rischierebbe di trattare l’utente come un “portatore di domanda” e non come una persona da accompagnare.

La comunicazione non è mai neutra

Pensiamo solo a questi casi:

  • il sito di un ospedale che nasconde le liste d’attesa,
  • un call center di un ente pubblico che disinforma più di quanto chiarisca,
  • una campagna sociale che stigmatizza invece di includere.

Qui la posta in gioco non è la reputazione, ma la fiducia istituzionale. E ogni atto di comunicazione diventa anche un atto politico, sociale, culturale.

Etica dell’accesso: chi è davvero incluso?

In sanità o nei servizi sociali, il “cliente” non è quasi mai libero di scegliere.

Scegliere il medico, l’orario, la struttura… spesso non è un problema di preferenza, ma una necessità.

Per questo, il marketing in questi settori deve essere anche:

  • empatico: progettato a partire dalla fragilità,
  • inclusivo: attento alle barriere (linguistiche, cognitive, culturali),
  • trasparente: onesto anche quando le risorse sono limitate.

Un esempio: l’ASL che parlava difficile

Ci è capitato di analizzare i materiali informativi prodotti da una ASL italiana: dépliant pieni di gergo tecnico, sigle oscure, informazioni frammentate.
Risultato? Pazienti confusi, personale frustrato, inefficienze ripetute.

Basterebbe rivedere i testi con linguaggio semplice, inserire mappe visive, creare un punto di ascolto… per migliorare l’esperienza del paziente e alleggerire il lavoro degli operatori.

Un piccolo intervento di “marketing”, ma ad altissimo impatto relazionale e umano.

Conclusione: un marketing che ascolta, accoglie, accompagna

Il marketing nei settori ad alta responsabilità deve ritrovare la sua vocazione più profonda: essere una leva di relazione, di chiarezza, di rispetto.

Per farlo servono:

  • competenze, ma anche, e a maggior ragione rispetto ad altri ambiti, cultura etica,
  • strumenti, ma anche massima attenzione ai contesti,
  • strategie, purché al servizio di obiettivi condivisi.

    E voi?

    Avete mai collaborato con realtà sanitarie, sociali o pubbliche?
    Avete visto esempi di marketing utile, o al contrario, percepito un suo uso improprio?

Raccontami la tua esperienza.

gandellini@nestplaninternational.com

Scrivetemi. Scambiare esperienze su questi temi è già un modo per generare valore: gandellini@nestplaninternational.com


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Profilo dell’autore: https://www.linkedin.com/in/giorgiogandellini/

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Marketing nei settori ad alta responsabilità: una questione (a maggior ragione) etica

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